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Articoli
da "Carcere
Informazione" a cura della Cooperativa Centro di Documentazione di
Pistoia - febbraio 1978
Dibattito.
Che funzione può avere Carcere Informazione
Dall'Asinara
Mi chiedi
che cosa penso di Carcere Informazione. Sinceramente nè io nè
la maggior parte dei compagni prigionieri (quelli che si trovano nei "campi
di concentramento") ci riconosciamo nel tipo d’intervento portato
avanti dal vostro bollettino. Questo, comunque, non vuol dire ch'esso
non abbia una sua validità ed utilità, senz'altro per sensibilizzare
una parte di "cittadini" sul problema delle carceri, con la
speranza che poi - almeno una parte d'essi - sentano lo stimolo d'approfondire
ed analizzare politicamente il problema. Perché noi siamo così
critici verso forme d’intervento riformiste? Riformare, abbellire
il carcere, significa implicitamente accettarlo. Il carcere e l’apparato
giuridico-militare che gli fanno da cornice, sono funzionali al mantenimento
di un "ordine sociale", al rispetto di leggi e convenzioni,
puntelli che ogni regime crea per difendere la sopravvivenza propria e
degli interessi della classe che rappresenta.
Emarginazione, miseria, disoccupazione, carcere sono cause ed effetto
d'un conflitto di classe latente. Evidenziare questo conflitto, acuirlo,
smascherare il riformismo che - girando intorno ai nodi centrali - dà
respiro ad un sistema che bisogna invece abbattere, è la strada
che noi vogliamo percorrere.
Il carcere è il frutto amaro d'una società marcia. Cercare
di rendere più dolce il frutto è forse utile per chi questo
frutto è obbligato a mangiarlo, ma non modifica la sostanza delle
cose. E' per questo che, quando alcuni compagni si danno da fare per dare
una mano di vernice nuova a vecchie gabbie arrugginite, io che in una
di queste gabbie debbo viverci posso anche essere loro riconoscente, però
preferisco invitarli ad impiegare la loro forza, volontà, intelligenza,
contro i costruttori di gabbie nella creazione d'una società dove
tutti gli uccelli saranno liberi.
Non c’è solo il carcere-lager. C'è il carcere-famiglia,
il carcere-scuola, il carcere-fabbrica, ci sono i mille carceri del nostro
vivere quotidiano e tutti hanno lo scopo di plagiare le nostre esistenze,
di rubarci la vita. La negazione dello stato presente delle cose è
il presupposto per il suo superamento. La strada verso una società
di uomini uguali e liberi passa necessariamente attraverso la rivoluzione
perché il riformismo non nega né supera la società
capitalista, bensì la modifica lentamente intervenendo nelle sue
disfunzioni più macroscopiche lasciandola invariata nella sostanza,
anzi aiutandola a ricomporre le sue contraddizioni.
Caro compagno mi sto perdendo in un discorso molto lungo mentre non avevi
posto che alcune domande semplici... Oggi è passata una commissione
parlamentare della quale faceva parte Galante-Garrone. Sono entrati nella
mia cella e, gentilmente, mi hanno chiesto se volevo rispondere ad alcune
loro domande. Abbiamo "conversato" per una mezz'ora e i dirigenti
di questo lager presenti alla "conversazione" erano piuttosto
esterrefatti... Galante Garrone, andandosene, mi ha invitato ad informarlo
immediatamente nel caso dovessi avere "noie" per questa "conversazione".
Anche per i "Galante-Garrone" vale il discorso sul riformismo
fatto precedentemente. I "campi" sono nati per volontà
politica e sono stati voluti dall'arco "costituzionale", quindi
non è certo nostra intenzione appellarci a questo settore politico.
Tuttavia alcuni "campi" sono stati "personalizzati"
un po' troppo da chi li gestisce, vedi Novara, Termini Imerese, Cuneo
e l’Asinara.
Ho ritenuto quindi d'accettare il "dialogo" e di spiegare bene
come funzionano le cose qui. Quando un senatore ha chiesto al maresciallo
come mai l'Asinara è l'unico carcere nel quale i detenuti non possono
cucinarsi qualcosa, il maresciallo ha risposto che era per "ragioni
igieniche". Ironicamente ho ringraziato il maresciallo per le sue
premure verso la nostra igiene e gli ho chiesto come mai è oltre
un mese che non ci cambiano le lenzuola... M'avrebbe strozzato se avesse
potuto!
Un forte abbraccio e a te e ai compagni.
Horst
Fantazzini
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