Racconti
L'UOMO
CANCELLATO
Quando pian piano ritornò alla realtà,
con ancora frammenti di sogno alla memoria, non aprì subito gli
occhi ma si sforzò di non perdere il contatto con l'altrove,
ritardando l'incontro con l'adesso.
...Era come una grotta dal sentiero stretto e tortuoso... odori di muschio
antico... rumori leggeri e ritmici, come sistole e diastole scandenti
il passare del tempo, stalattiti e stalagmiti a misurarne il deposito,
l'ampiezza del dolore e dell'attesa... andare avanti per ritornare all'origine...
avanti fino alla fine della grotta, l'inizio del tutto... alla fine
del sentiero, quando l'odore muschiato si fa irresistibile, quando il
traguardo, la calda cuccia, l'accogliente alveo è quasi raggiunto,
il risveglio... il ritorno di una mancata partenza...
Aprì gli occhi ritornando all'eccitazione dell'adesso.
Nel suo spazio recintato c'era solo una branda, un tavolino, uno sgabello,
un piccolo armadietto a muro, una piccola finestra troppo in alto per
guardare fuori, una porta di ferro e quattro mura.
I suoi unici averi erano una matita, una gomma ed una fervida fantasia
continuamente braccata dal dilagante grigiore.
Sul tavolino disegnò una fumante tazza di caffè ed una
brioche.
Iniziò a sbocconcellare e a sorseggiare lentamente, assaporando
l'ultimo miracolo della sua fantasia.
Poi, cancellò con cura le piccole briciole e la tazza vuota.
Dopo qualche frammento di eternità, iniziò a disegnare
sul muro: un prato fiorito, qualche albero, un fiume, un cane, una giovane
ragazza seduta sull'erba.
Si sdraiò sulla branda e per tutto il tempo fissò la ragazza,
aspettando.
Lei non veniva da lui e lui non poteva andare da lei.
Stette molto tempo ad aspettare, ma non accadde proprio nulla.
Allora, lentamente e dolorosamente, iniziò a cancellare il disegno
sul muro e quand'ebbe finito col disegno iniziò a cancellare
se stesso, finché non rimase che una cella vuota.
Questo piccolo fatto, come tanti analoghi, non sollevò alcuna
indignazione.
Horst
Fantazzini
(Primo premio nel concorso nazionale di Poesia e Prosa riservato ai
detenuti delle carceri italiane, Associazione di solidarietà
sociale “Ricominciare”, 13 novembre 1995)
L'UOMO
CANCELLATO
seconda versione
Si trovò in una stanza che gli sembrò
irreale. Era spoglia, non conteneva quasi nulla: solo una branda, uno
sgabello e un tavolino. E intorno grigie mura.
Il suo lungo viaggio attraverso l’insoddisfazione e la solitudine,
nella ricerca di un’evasione dalle proprie paure di stupido maschio,
l’aveva condotto in questo nuovo mondo del nulla così spoglio
da rasentare il grottesco.
Iniziò l’esplorazione di questa sua nuova realtà
alla ricerca di oggetti che potessero trarre linfa dalla sua creatività,
ma il suo desiderio rimase schiacciato dal nulla che lo circondava.
Si frugò nelle tasche e trovò una matita consunta ed una
gomma. Forse sarebbe bastato a dare vita all’immenso mondo della
sua fantasia.
Aveva fame, allora disegnò sul tavolino una tazza di buon caffè
fumante ed una brioche. Gustò il caffè e sbocconcellò
la brioche, traendo dalla magica apparizione una sensazione quasi sensuale.
Poi con la gomma cancellò la tazzina ormai vuota e le briciole
rimaste sul tavolo.
Iniziò a guardare il muro grigio che circoscriveva i limiti dell’impossibile
ed immenso mondo dei suoi desideri che ora gli sembravano un miraggio.
Con la sua matita inseguì un sogno del bambino che la vita aveva
reso troppo presto adulto.
Disegnò una donna ed un cane che s’inseguivano sulla spiaggia
spruzzati dalle onde del mare.
Il mondo che aveva disegnato era privo di colori ma splendeva come un
miraggio.
Si sedette sulla branda aspettando che qualcosa potesse succedere.
Attese a lungo, ma non successe nulla: il mondo magico disegnato non
si aprì alle sue speranze. Allora adagio e con dolore, iniziò
a cancellare il suo impossibile sogno.
Poi cancellò anche sé stesso.
E rimase solo una cella vuota.
Horst
Fantazzini (2000)